Alfa Romeo Giulietta SZ, Bianco Gardenia, 1961
For sale
ALFA ROMEO
GIULIETTA SZ
Technical specs
Brand | ALFA ROMEO |
---|---|
Model | GIULIETTA SZ |
Colour | White |
Engine size | 1300 |
Year of first registration | 1961 |
Category | Vehicle between 1800 and 2004 |
Body | Coupé |
Type of vehicle | Car |
City | Bologna |
Advert ID | 345132 |
---|---|
Date of entry | 15/11/2023 |
Advertiser
Description
Emozionante a vederla forse più che a guidarla. Proponiamo una delle 169 Alfa Romeo Giulietta SZ, prodotta il 27 Gennaio 1961 e venduta alla società Smalti Firenze di Sergio Sorbi il 31 Marzo dello stesso anno, giusto in tempo per debuttare a fine Giugno alla Coppa della Consuma guidata da Adolfo Tedeschi che vinse la classe Gran Turismo fino a 1300 con i colori della Scuderia Biondetti.
Tedeschi corse anche la Trieste Opicina, lo stesso anno ma senza un buon risultato a causa dell’arrivo della pioggia; in coppia con Piero Frescobaldi, Tedeschi corse il Trofeo Ascari a Monza concludendo 6’ di classe.
Dopo un breve periodo nelle mani di Ilfo Minzoni, nel 1963, lo stretto necessario per vincere la classe alla Vergato-Cereglio, l’SZ si trasferì nella calda Sicilia, nelle mani di Emanuele Trapani di Palermo per partecipare alla Targa Florio, in coppia con Nicolò Lombardo con i colori della Scuderia Pegaso.
Nel 1964, l’auto venne acquistata da Antonino di Salvo che corse prima il Circuito Stradale del Mugello concludendo 3’ di classe poi la Targa Florio assieme a Franco Tagliavia, in cui però fu costretto al ritiro; differenti furono le sorti per Giuliano Savona che utilizzò l’auto nel ’64 per correre la Trapani-Monte Erice, conclusa al 6’ posto di classe.
Nel 1965 il nuovo proprietario Francesco Santoro, in coppia con Vincenzo Mirto Randazzo prese parte nuovamente alla Targa Florio: purtroppo furono costretti al ritiro al 6’ giro. Nello stesso anno l’auto acquisì l’attuale targa Messina.
Seguirono passaggi di proprietà nel 1969, nel 1970 e nel 1979 prima di arrivare nelle mani dell’attuale proprietario nel 1988, bisognosa di interventi e verniciata di rosso, in luogo dell’originale bianco.
Dopo un lungo periodo di inutilizzo ed un restauro perdurato negli anni, nel 2011 l’auto è stata rimessa in circolazione, riportata nelle condizioni originali con la livrea utilizzata all’epoca: riga gialla al centro di due righe blu. Nel restauro si è cercato di conservare quanto più possibile, con un occhio alle prestazioni grazie al motore 00120 preparato ed equilibrato con uno scarico in grado di scaldare il cuore, con la sua tonalità decisa.
Si tratta di una delle poche SZ con una storia completa e tracciata dal primo all’ultimo giorno.
Dalla fine del restauro l’auto ha preso parte a svariati eventi e rievocazioni, tra cui il centenario della Targa Florio nel 2016.
Dotata di Fiche Regolarità ACI Sport, certificato d’origine Alfa Romeo e documentazione sportiva, questa SZ rappresenta un pezzo di storia delle corse anni ’60, in cui i piloti gentleman potevano correre ad armi pari con auto molto più blasonate, grazie a questa fortunata creazione di Zagato.
Auto visibile previo appuntamento a Bologna.
Di seguito la storia sportiva:
Coppa della Consuma 1961, Adolfo Tedeschi, Scuderia Biondetti, numero 322, 1’ di classe;
Trieste opicina 1961, Adolfo Tedeschi, Scuderia Biondetti, numero 198, 9’ di classe (pioggia);
Trofeo Ascari Monza 1961, Adolfo Tedeschi – Piero Frescobaldi, numero 264, 6’ Classe;
Vergato Cereglio 1963, Ilfo Minzoni, Scuderia Biondetti, numero 120, 1’ Classe;
Targa Florio 1963, Emanuele Trapani – Nicolò Lombardo, numero 6, rit. 2’ giro;
Circuito Stradale del Mugello 1964, Di Salvo Antonino, Scuderia Pegaso, numero 37, 13’ assoluto, 3’ classe;
Trapani Monte Erice 1964, Giuliano Savona, Scuderia Pegaso, numero 326, 6’ di classe;
Targa Florio 1964, Franco Tagliavia – Antonino di Salvo, Scuderia Pegaso, numero 2, rit.;
Targa Florio 1965, Vincenzo Mirto Randazzo – Francesco Santoro, Scuderia Pegaso, numero 16, rit 6’ giro;
Note storiche sul modello (da "Alfa Romeo - Le vetture di produzione"; Tabucchi, d'Amico):
La carrozzeria Zagato ottenne dall'Alfa Romeo i pianali della Giulietta SS e allestì 169 esemplari del coupé denominato SZ (Sprint Zagato).
Grazie alle elevatissime prestazioni e ai lusinghieri successi sportivi conseguiti, la vettura contribuì a perpetuare la fama dell'Alfa Romeo e rappresentò anche il trampolino di lancio per i migliori gentlemen drivers italiani, molti dei quali passarono poi al professionismo. La destinazione della piccola Zagato fu quindi prevalentemente agonistica.
Innumerevoli furono i risultati e gli exploit della SZ che, pur essendo quasi strettamente di serie, si prese il lusso di prevalere su vetture di cilindrata assai maggiore e per di più dotate di caratteristiche decisamente da competizione. Se il decimo posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans del 1962 rappresentò quindi un risultato di grande rilievo, il settimo in classifica generale alla Targa Florio del 1962, a pochi minuti dalle Ferrari GTO vincitrici, e il nono posto all'edizione dell'anno dopo, davanti a Ferrari GTO e Porsche RS, posero la SZ in una dimensione che la Casa non avrebbe certamente mai immaginato.
Trattandosi di autotelai uguali a quelli della Giulietta Sprint Speciale, per i motori valgono le note relative al modello versione 1959; si può quindi stabilire, pur con tutte le riserve relative alla mancanza di cronologia con le sequenze numeriche dei telai, che fino circa alla S2 n. 00060 furono montati motori del tipo 00120 del tutto identici a quelli del tipo 1315 della Sprint Veloce e Spider Veloce. Vi era tuttavia una sola variante costituita dalla riduzione dell'altezza del basamento e relative canne dei cilindri di mm 0,75 per aumentare il rapporto di compressione. Per incrementare le prestazioni, si evitò quindi di procedere in senso convenzionale, abbassando cioè la testata, soluzione che avrebbe però alterato il disegno delle camere di scoppio e avrebbe in parte vanificato l'operazione.
Sulla SZ si sperimentarono, generalizzandone poi l'equipaggiamento a tutti gli esemplari, i freni anteriori con tamburi a tre ceppi. Il nuovo impianto aveva previsto anche il trasferimento al ponte posteriore dei gruppi dei freni anteriori convenzionali.
Nel processo di evoluzione della vettura, la carrozzeria Zagato elaborò nel 1961, in collaborazione con il Servizio Esperienze Speciali dell'Alfa Romeo e con l'apporto di Ercole Spada, giovane disegnatore da poco assunto dalla carrozzeria milanese, la versione a coda tronca, mettendo in pratica le teorie di Kamm. Rispetto alla prima serie la nuova vettura risultò più bassa, i fari erano carenati con cupolette di plexiglas, la vetratura aveva assunto un nuovo disegno e la coda si presentava nella foggia che venne poi sviluppata con la Giulia TZ.
L'ultimo esemplare di SZ venne consegnato al pilota Carlo Facetti il 28 gennaio del 1963.
Tedeschi corse anche la Trieste Opicina, lo stesso anno ma senza un buon risultato a causa dell’arrivo della pioggia; in coppia con Piero Frescobaldi, Tedeschi corse il Trofeo Ascari a Monza concludendo 6’ di classe.
Dopo un breve periodo nelle mani di Ilfo Minzoni, nel 1963, lo stretto necessario per vincere la classe alla Vergato-Cereglio, l’SZ si trasferì nella calda Sicilia, nelle mani di Emanuele Trapani di Palermo per partecipare alla Targa Florio, in coppia con Nicolò Lombardo con i colori della Scuderia Pegaso.
Nel 1964, l’auto venne acquistata da Antonino di Salvo che corse prima il Circuito Stradale del Mugello concludendo 3’ di classe poi la Targa Florio assieme a Franco Tagliavia, in cui però fu costretto al ritiro; differenti furono le sorti per Giuliano Savona che utilizzò l’auto nel ’64 per correre la Trapani-Monte Erice, conclusa al 6’ posto di classe.
Nel 1965 il nuovo proprietario Francesco Santoro, in coppia con Vincenzo Mirto Randazzo prese parte nuovamente alla Targa Florio: purtroppo furono costretti al ritiro al 6’ giro. Nello stesso anno l’auto acquisì l’attuale targa Messina.
Seguirono passaggi di proprietà nel 1969, nel 1970 e nel 1979 prima di arrivare nelle mani dell’attuale proprietario nel 1988, bisognosa di interventi e verniciata di rosso, in luogo dell’originale bianco.
Dopo un lungo periodo di inutilizzo ed un restauro perdurato negli anni, nel 2011 l’auto è stata rimessa in circolazione, riportata nelle condizioni originali con la livrea utilizzata all’epoca: riga gialla al centro di due righe blu. Nel restauro si è cercato di conservare quanto più possibile, con un occhio alle prestazioni grazie al motore 00120 preparato ed equilibrato con uno scarico in grado di scaldare il cuore, con la sua tonalità decisa.
Si tratta di una delle poche SZ con una storia completa e tracciata dal primo all’ultimo giorno.
Dalla fine del restauro l’auto ha preso parte a svariati eventi e rievocazioni, tra cui il centenario della Targa Florio nel 2016.
Dotata di Fiche Regolarità ACI Sport, certificato d’origine Alfa Romeo e documentazione sportiva, questa SZ rappresenta un pezzo di storia delle corse anni ’60, in cui i piloti gentleman potevano correre ad armi pari con auto molto più blasonate, grazie a questa fortunata creazione di Zagato.
Auto visibile previo appuntamento a Bologna.
Di seguito la storia sportiva:
Coppa della Consuma 1961, Adolfo Tedeschi, Scuderia Biondetti, numero 322, 1’ di classe;
Trieste opicina 1961, Adolfo Tedeschi, Scuderia Biondetti, numero 198, 9’ di classe (pioggia);
Trofeo Ascari Monza 1961, Adolfo Tedeschi – Piero Frescobaldi, numero 264, 6’ Classe;
Vergato Cereglio 1963, Ilfo Minzoni, Scuderia Biondetti, numero 120, 1’ Classe;
Targa Florio 1963, Emanuele Trapani – Nicolò Lombardo, numero 6, rit. 2’ giro;
Circuito Stradale del Mugello 1964, Di Salvo Antonino, Scuderia Pegaso, numero 37, 13’ assoluto, 3’ classe;
Trapani Monte Erice 1964, Giuliano Savona, Scuderia Pegaso, numero 326, 6’ di classe;
Targa Florio 1964, Franco Tagliavia – Antonino di Salvo, Scuderia Pegaso, numero 2, rit.;
Targa Florio 1965, Vincenzo Mirto Randazzo – Francesco Santoro, Scuderia Pegaso, numero 16, rit 6’ giro;
Note storiche sul modello (da "Alfa Romeo - Le vetture di produzione"; Tabucchi, d'Amico):
La carrozzeria Zagato ottenne dall'Alfa Romeo i pianali della Giulietta SS e allestì 169 esemplari del coupé denominato SZ (Sprint Zagato).
Grazie alle elevatissime prestazioni e ai lusinghieri successi sportivi conseguiti, la vettura contribuì a perpetuare la fama dell'Alfa Romeo e rappresentò anche il trampolino di lancio per i migliori gentlemen drivers italiani, molti dei quali passarono poi al professionismo. La destinazione della piccola Zagato fu quindi prevalentemente agonistica.
Innumerevoli furono i risultati e gli exploit della SZ che, pur essendo quasi strettamente di serie, si prese il lusso di prevalere su vetture di cilindrata assai maggiore e per di più dotate di caratteristiche decisamente da competizione. Se il decimo posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans del 1962 rappresentò quindi un risultato di grande rilievo, il settimo in classifica generale alla Targa Florio del 1962, a pochi minuti dalle Ferrari GTO vincitrici, e il nono posto all'edizione dell'anno dopo, davanti a Ferrari GTO e Porsche RS, posero la SZ in una dimensione che la Casa non avrebbe certamente mai immaginato.
Trattandosi di autotelai uguali a quelli della Giulietta Sprint Speciale, per i motori valgono le note relative al modello versione 1959; si può quindi stabilire, pur con tutte le riserve relative alla mancanza di cronologia con le sequenze numeriche dei telai, che fino circa alla S2 n. 00060 furono montati motori del tipo 00120 del tutto identici a quelli del tipo 1315 della Sprint Veloce e Spider Veloce. Vi era tuttavia una sola variante costituita dalla riduzione dell'altezza del basamento e relative canne dei cilindri di mm 0,75 per aumentare il rapporto di compressione. Per incrementare le prestazioni, si evitò quindi di procedere in senso convenzionale, abbassando cioè la testata, soluzione che avrebbe però alterato il disegno delle camere di scoppio e avrebbe in parte vanificato l'operazione.
Sulla SZ si sperimentarono, generalizzandone poi l'equipaggiamento a tutti gli esemplari, i freni anteriori con tamburi a tre ceppi. Il nuovo impianto aveva previsto anche il trasferimento al ponte posteriore dei gruppi dei freni anteriori convenzionali.
Nel processo di evoluzione della vettura, la carrozzeria Zagato elaborò nel 1961, in collaborazione con il Servizio Esperienze Speciali dell'Alfa Romeo e con l'apporto di Ercole Spada, giovane disegnatore da poco assunto dalla carrozzeria milanese, la versione a coda tronca, mettendo in pratica le teorie di Kamm. Rispetto alla prima serie la nuova vettura risultò più bassa, i fari erano carenati con cupolette di plexiglas, la vetratura aveva assunto un nuovo disegno e la coda si presentava nella foggia che venne poi sviluppata con la Giulia TZ.
L'ultimo esemplare di SZ venne consegnato al pilota Carlo Facetti il 28 gennaio del 1963.
Quotes
Brand | Model | Engine size | Year | Price |
---|---|---|---|---|
ALFA ROMEO | GIULIETTA SZ | 1290 | 1958-61 | n.d. |